Tracciabilità rifiuti e RENTRI: cosa prevede e come adeguarsi

Tracciabilità dei rifiuti: il contesto normativo di partenza


Nel contesto nazionale, la tracciabilità dei rifiuti viene attualmente garantita attraverso i seguenti documenti e adempimenti.

  • Registro in ordine cronologico di carico e scarico, stabilito dal decreto ministeriale 145/1998, che definisce il modello e i contenuti del formulario di accompagnamento dei rifiuti
  • Formulario per l’identificazione dei rifiuti, definito dal decreto ministeriale 148/1998, che approva il modello dei registri di carico e scarico dei rifiuti in base alle disposizioni del decreto legislativo 22/1997. A questo si aggiunge l’obbligo della dichiarazione annuale sui rifiuti prodotti o gestiti attraverso il Modello Unico di Dichiarazione (MUD) stabilito dalla Legge 70/1994.

 

RENTRI: cos’è e a cosa serve

La modernizzazione (e digitalizzazione) dei processi di gestione dei rifiuti ha però compiuto un grande passo avanti con l’entrata in vigore del Decreto 59/2023, avente ad oggetto la disciplina del sistema di tracciamento degli scarti.

Il decreto mette in luce il nuovo Registro Elettronico sulla Tracciabilità dei Rifiuti (anche noto con la sigla RENTRI): operativo in via sperimentale già da giugno 2021, questo sistema punta a gestire digitalmente le procedure relative alla gestione degli scarti, come l’emissione dei formulari di identificazione dei rifiuti (FIR) e la conservazione dei registri di carico e scarico in ordine cronologico. La piattaforma telematica, gestita dal Ministero dell’Ambiente con il supporto del sistema delle Camere di Commercio, si compone di due sezioni:

  • Sezione Anagrafica, in cui troviamo le Informazioni personali e professionali degli operatori, comprese le dettagliate autorizzazioni rilasciate per condurre attività legate alla gestione dei rifiuti.
  • Sezione Tracciabilità, in cui ricadono tutti i dettagli sugli adempimenti previsti dagli articoli 190 e 193 del decreto legislativo 152/2006, insieme ai dati sui percorsi monitorati attraverso i sistemi di geolocalizzazione, come previsto dall’articolo 16.

Questo sistema, basato su principi di trasparenza e responsabilità, permette alle aziende di monitorare in tempo reale il flusso dei loro rifiuti, fornendo loro l’opportunità di identificare nuove prospettive di sviluppo del business con lo smaltimento degli scarti. Le specifiche possono variare a seconda della giurisdizione, ma in generale la disciplina stabilisce linee guida su diversi aspetti quali obblighi e tempistiche, contributi e costi.


RENTRI: soggetti, obblighi e costi previsti

Consapevoli dell'enorme portata innovativa di questo sistema, l'attuazione degli obblighi per gli operatori del settore seguirà un percorso graduale. Inizialmente, l'obbligo di mantenere un registro digitale delle operazioni di carico e scarico entrerà in vigore a partire dal diciottesimo mese successivo all'approvazione del decreto, ovvero a partire da dicembre 2024. Successivamente, a partire da dicembre 2025, sarà obbligatorio gestire digitalmente il formulario di identificazione dei rifiuti.

Le registrazioni sulla piattaforma sono pianificate considerando la categoria e le dimensioni dell'azienda, e il processo avrà inizio a dicembre 2024. In un ordine sequenziale, saranno tenuti a registrarsi i seguenti soggetti.

  • Enti e aziende che gestiscono il trattamento dei rifiuti.
  • Produttori di scarti pericolosi.
  • Enti e imprese che raccolgono o trasportano rifiuti pericolosi a titolo professionale o che agiscono come commercianti e intermediari di questa tipologia di scarti.
  • Consorzi creati per recupero e riciclo di particolari categorie di rifiuti.
  • Produttori di rifiuti, definiti dall’articolo 189, comma 3, del decreto legislativo 152/2006 con riferimento agli scarti non pericolosi:
    • rifiuti risultanti da processi industriali e artigianali;
    • rifiuti risultanti da processi di rigenerazione e smaltimento degli stessi;
    • rifiuti derivati dall’abbattimento dei fumi, fosse biologiche e sistemi di drenaggio;
    • sedimenti da trattamenti d’acqua potabile e depurazione delle acque di scarico.

Resta comunque possibile iscriversi volontariamente per quelle organizzazioni che non rientrano nell’elenco. L'iscrizione al RENTRI richiede un contributo amministrativo fisso di 10€. Inoltre, occorre aggiungere un contributo annuale che, per il primo anno, oscilla tra 15€ e 100€ a seconda della natura specifica dell'impresa o dell'ente mentre, per gli anni successivi, varia da 10€ a 60€.


RENTRI ed economia circolare: il futuro

In questa prospettiva, il monitoraggio dei flussi di rifiuti in azienda, reso possibile da sistemi come il RENTRI, è essenziale per applicare correttamente i principi di economia circolare. Attraverso una gestione responsabile degli scarti e una visione chiara dei processi, le aziende possono non solo contribuire alla riduzione dell'impatto ambientale ma anche scoprire nuove opportunità di crescita. Il controllo dei rifiuti diventa così non solo un obbligo normativo ma anche un vantaggio strategico, aprendo la strada a un futuro più sostenibile e redditizio.

Fonti consultate:

Articoli Correlati