Stoccaggio rifiuti: 5 rischi a cui stare attenti

Lo stoccaggio dei rifiuti è un’operazione che necessita di attenzione massima da parte dell’azienda. Il tema, infatti, non solo è fra i più centrali della giurisprudenza italiana per via dei rischi che implica, ma rappresenta anche una delle più frequenti cause di sanzione in caso di verifiche da parte degli organi di controllo. 

Data la delicatezza dell’argomento e l’entità delle pene, è quindi bene che le imprese siano ben consce dei rischi cui possono incorrere in caso di inadempienze su questo fronte.


Stoccaggio rifiuti e deposito temporaneo: le differenze
 

La prima cosa di cui avere piena consapevolezza è il perimetro semantico del concetto di “stoccaggio rifiuti”. Una questione non di poco conto, considerato che la normativa lo definisce con chiarezza proprio per dissipare ogni possibile confusione con l’analogo tema del “deposito temporaneo” di rifiuti. Vediamo dunque in che cosa si distinguono queste operazioni. A parlarne è l’articolo 183 del D.Lgs. 152/2006 (Norme in materia ambientale), il quale cristallizza le due definizioni:

  • Per stoccaggio rifiuti(comma 1 lettera aa) si intendono le “attività di smaltimento consistenti nelle operazioni di deposito preliminare dei rifiuti”, nonché “le attività di recupero che prevedono operazioni di messa in riserva degli stessi”.
  • Per deposito temporaneo(comma 1 lettera bb) si intendono le “attività di raggruppamento dei rifiuti e il deposito nel luogo in cui gli stessi sono prodotti”.

In altre parole, ne consegue che lo stoccaggio rappresenta il momento in cui i rifiuti vengono conservati in un sito autorizzato da un ente competente, in attesa di essere smaltiti o recuperati. Il deposito temporaneo è invece la fase antecedente, in cui i rifiuti vengono raccolti temporaneamente prima di essere trasportati a un impianto di trattamento. La fase finale è poi la messa in riserva, ossia l’espletamento di tutte le operazioni che mirano a rendere facilmente depositabili i rifiuti.


5 rischi connessi allo stoccaggio rifiuti

Sulla base di questa doverosa premessa, risulta più facile comprendere quali siano le specifiche competenze dell’azienda e fino a che punto si estenda la sua responsabilità sullo stoccaggio dei rifiuti. Date le stringenti procedure che definiscono gli obblighi di deposito e l’attenzione riservata dalle autorità ai relativi controlli, l’impresa deve infatti assicurarsi di agire in maniera perfettamente compliant per scongiurare qualunque rischio che possa valere una sanzione o un provvedimento penale.

Vediamo i 5 rischi principali.


1. Trascurare gli obblighi temporali e volumetrici di gestione

Lo stoccaggio dei rifiuti in azienda è soggetto a una gestione temporale o volumetrica, della quale è fondamentale rispettare rigorosamente termini e scadenze. Il produttore dei rifiuti ha infatti tre opzioni per avviare gli scarti a smaltimento o recupero:

  • con cadenza almeno trimestrale, a prescindere dalle quantità in deposito;
  • quando il volume dei rifiuti in deposito raggiunge i 30 metri cubi, di cui al massimo 10 metri cubi di rifiuti pericolosi;
  • con cadenza annuale, anche se non supera i 30 metri cubi, di cui al massimo 10 metri cubi di rifiuti pericolosi.

In generale il deposito temporaneo, a differenza dello stoccaggio dei rifiuti, non può avere durata superiore a un anno e deve avvenire nello stesso sito di produzione degli stessi.


2. Predisporre spazi di deposito non rispondenti alla normativa

L’impresa deve sempre assicurarsi di aver gestito in maniera corretta gli spazi adibiti al deposito temporaneo dei rifiuti. Questi vanno infatti stoccati all’interno di aree apposite, in attesa che un soggetto autorizzato li avvii a recupero o smaltimento. Attenzione però, perché gli accorgimenti nella predisposizione delle aree di deposito è differente a seconda che si tratti di rifiuti pericolosi o non pericolosi.


3. Trascurare la dislocazione dei rifiuti depositati

Questo è un rischio particolarmente delicato, perché l’assenza di criterio, e la conseguente miscelazione dei rifiuti, trasforma il deposito temporaneo in “deposito incontrollato”, perseguibile dalla legge. Gli scarti vanno stoccati per categorie omogenee: se appartenenti a categorie diverse non possono essere miscelati, mischiati o accantonati in uno stesso contenitore.


4. Esporsi al pericolo di reazioni o di contaminazioni

Lo stoccaggio in azienda dei rifiuti pericolosi deve essere soggetto a procedure rigorose: è infatti opportuno verificare le modalità di deposito attraverso le relative Schede di Sicurezza, in modo da evitare di porre a contatto - ad esempio - sostanze chimiche che potrebbero reagire tra loro. Allo stesso, è importante prendere le giuste precauzioni per non contaminare suolo, sottosuolo e acque di falda, grazie a sistemi di contenimento degli sversamenti accidentali.


5. Trascurare le norme di etichettatura e imballaggio

Questo è un altro punto soggetto a minuziosi controlli. I contenitori di rifiuti devono sempre essere opportunamente contrassegnati con etichette o targhe, apposte sui recipienti o collocate nelle aree di stoccaggio. Per evitare pene e sezioni è necessario riportare correttamente il codice CER. (Catalogo Europeo dei Rifiuti) con una sintetica descrizione, assieme ai consigli di sicurezza e alle eventuali classi di pericolosità.

 

In questo ampio quadro di possibili rischi, è bene sempre tener presente che lo stoccaggio dei rifiuti non autorizzato può esporre l’impresa a pesanti conseguenze non solo giuridiche, ma anche economiche e di immagine. È quindi fondamentale sviluppare sempre un piano di gestione dei rifiuti efficace, specie se integrato, in piena linea con le norme che ne regolano lo stoccaggio in azienda.

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