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Normativa RAEE per aziende: obblighi, rischi e opportunità

Scritto da Haiki+ | 27 June 2024

 

La normativa nazionale che regola lo smaltimento dei RAEE - i rifiuti generati da apparecchiature elettriche ed elettroniche - si fonda sul Decreto Legislativo 14 marzo 2014 n.49, che ha aggiornato il precedente decreto relativo a questa materia (D. Lgs. 151/2005) recependo la direttiva europea 2012/19/UE sui RAEE, entrata in vigore il 13 agosto 2012. La ratio di tale direttiva è riassumibile in un principio chiave: chi inquina paga.

Nel corso degli anni, la normativa RAEE è stata ulteriormente perfezionata da alcuni decreti aggiuntivi, tra cui l’Open Scope introdotto dal 15 agosto 2018 che ha ampliato le categorie di prodotti elettronici ed elettrici soggetti alla normativa. Andiamo più nel dettaglio sui principi al centro della normativa RAEE per capire quali opportunità ci sono per le aziende.


Normativa RAEE: i principi cardine

La conoscenza di questi capisaldi normativi è cruciale per guidare le aziende nella corretta gestione dei RAEE. Lo smaltimento di questa tipologia di rifiuti richiede infatti competenze e accortezze specifiche, che devono a loro volta essere inquadrate in una policy conforme alle normative europee e italiane in materia, allo scopo di evitare sanzioni e conseguenze giudiziarie che possono rivelarsi anche piuttosto pesanti. Va da sé che una corretta gestione dei RAEE contribuisce infatti anche a ridurre l’impronta ecologica dell’azienda, tutelando l’ambiente e la salute di tutti.

Il cosiddetto Green New Deal dell’Unione Europea, il programma che stabilisce gli obiettivi da raggiungere nel periodo 2030-2050 su vari fronti ambientali, rappresenta in questo senso una spinta decisiva. Nello scenario di questo piano d’azione, infatti, le indicazioni legislative comunitarie sui RAEE mettono al centro alcuni principi fondamentali:

  • Abbattere l’impatto dei RAEE sull’ecosistema, agendo anche in modo preventivo, in fase di produzione degli apparecchi;
  • Incentivare il riutilizzo dei RAEE, per utilizzare le risorse in modo ancora più efficace;
  • Finanziare il riciclo e recupero dei RAEE, attraverso obblighi specifici per produttori e distributori.

 

Normativa RAEE: cosa c’è dietro le quinte 

Ma che cosa si nasconde dietro la “nuda” normativa che regola la gestione dei RAEE aziendali? Il “dietro le quinte” delle leggi in materia, comunitarie e nazionali, può essere suddiviso in tre macro-ambiti, tre possibili risvolti di business la cui combinazione offre tutte le indicazioni necessarie per una perfetta condotta delle imprese su questo fronte.


1. Gli obblighi

Partiamo dagli obblighi. La normativa impone alle imprese di gestire i RAEE in modo differenziato rispetto agli altri rifiuti, definendo una policy aziendale conforme alle normative europee e italiane in materia.

Il d.lgs. 49/2014 specifica chiaramente che il trattamento dei RAEE deve essere effettuato in modo da privilegiare il riutilizzo delle materie prime ed esplicita alcuni obblighi che ricadono direttamente sui produttori, come il raggiungimento di determinati obiettivi minimi di recupero e riciclo, l’obbligo di detenere un registro dei RAEE raccolti e l’obbligo di aderire a sistemi di raccolta individuali e collettivi. Inoltre, descrive le corrette modalità di raccolta dei RAEE, che devono essere stoccati in appositi depositi presso i distributori prima di essere trasportati nei centri di raccolta e trattamento.

I RAEE professionali devono poi essere sempre consegnati a operatori specializzati, ai quali spetta il rilascio di una dichiarazione in cui confermano di aver preso in carico gli scarti e comunicano i dati dell’impianto di trattamento in cui verranno conferiti. A questi operatori fa in genere capo anche la compilazione del Formulario di Identificazione dei Rifiuti, necessario per differenziare tra loro i diversi RAEE.


2. I rischi

Lo smaltimento dei RAEE professionali richiede particolare attenzione. La delicatezza di questi scarti - che possono anche essere pericolosi - impone infatti procedure specifiche: l’azienda che ha prodotto questi rifiuti deve essere in grado di dimostrare di averli smaltiti correttamente, pena il rischio di incorrere in sanzioni.

Una questione legata, dunque, alle dimensioni aziendali: un’impresa, tanto più se medio-grande, sostituisce ogni anno molti dispositivi elettronici, producendo in questo modo una grande quantità di RAEE. E lo smaltimento di tutti questi materiali deve sempre rimanere tracciabile. Allo scopo di ridurre la potenziale pericolosità dei RAEE, il trattamento deve inoltre svolto in centri autorizzati e adeguatamente attrezzati.


3. Le opportunità

Gestire e smaltire adeguatamente i RAEE non è solo una pesante incombenza per le aziende, ma anche un’interessante opportunità. La normativa che regola la materia si inserisce infatti sulla scia del Green New Deal, programma nato allo scopo di favorire, in tutta Europa, la transizione verso un'economia circolare in cui i rifiuti prodotti non sono considerati come scarto ma diventano nuova materia prima.

Grazie al corretto trattamento, recupero e riciclo dei RAEE, l’impresa allinea quindi le proprie practice alle nuove logiche della circolarità, imprimendo ai processi produttivi quell’impronta sostenibile che è sempre più richiesta sia dai regolatori, che dal mercato e gli stakeholder.


Normativa RAEE e il “Pacchetto Economia Circolare”

Le ultime novità introdotte in tema di trattamento dei RAEE sono inserite nel D. Lgs. 118/2020, parte del cosiddetto Pacchetto Economia Circolare”. Il decreto contiene alcune norme che, pur non riguardando nello specifico i RAEE, si applicano a tutti i rifiuti pericolosi. Fra gli adempimenti che introduce vi sono alcuni importanti obblighi quali:

  • tenere un registro elettronico per la tracciabilità dei rifiuti;
  • stoccare i rifiuti contenenti inquinanti nei depositi temporanei;
  • conferire i rifiuti ai centri di smaltimento con cadenza almeno trimestrale o nel momento in cui il quantitativo in deposito raggiunge i 30 metri cubi;
  • raggruppare i rifiuti per categorie omogenee prima del loro invio presso i centri di trattamento.

Si tratta di prescrizioni che mirano tutte a uno stesso scopo: ottimizzare e rendere più sicure le attività di riciclo, recupero e riutilizzo dei rifiuti – e dei RAEE in particolare –, nell’intento di difendere l’ecosistema e di valorizzare le materie prime presenti al loro interno.