Come funziona lo smaltimento rifiuti RAEE: il piano d'azione

Lo smaltimento dei rifiuti RAEE, ovvero quelli derivanti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, non risponde alle consuete logiche che regolano il fine vita dei rifiuti. Questo specifico ambito è infatti disciplinato da una normativa ad hoc: prima la direttiva europea 2002/96/CE, introdotta nell'ordinamento italiano con il D.lgs. 151/05, ed oggi la direttiva 2012/19/UE recepita con D.Lgs. 49/2014, la quale introduce diverse novità quali la classificazione dei pannelli fotovoltaici come RAEE e il ritiro "uno contro zero" dei RAEE di piccolissime dimensioni.


Smaltimento rifiuti RAEE, una priorità sotto gli occhi di tutti

Seguire le corrette procedure di smaltimento dei RAEE è fondamentale per le imprese. In questi tempi di crescente attenzione verso la tutela dell’ambiente e li criteri di sostenibilità aziendali, la corretta gestione dei rifiuti - in particolare quelli che necessitano di un trattamento specifico - è cruciale agli occhi di tutti gli stakeholder.

In particolare sui rifiuti RAEE,  che contengono componenti pericolosi per l’ecosistema e la salute umana se non trattati nel modo corretto, cade lo sguardo attento non solo degli stakeholder aziendali, ma anche dei legislatori e del mondo ESG.


Gestione e smaltimento rifiuti RAEE: le basi

La legge impone specifiche procedure per lo smaltimento dei rifiuti RAEE. In caso di inadempienze, il rischio di sanzioni con possibili risvolti penali è concreto: correrlo, unendovi il potenziale crollo della brand reputation, è soltanto una scelta dannosa e inutile.

L’azienda è quindi chiamata a rispondere alle richieste del legislatore, conoscendo innanzitutto la distinzione che, a livello di smaltimento, sussiste fra le due macro-tipologie di RAEE professionali.

  • RAEE storici, ovvero immessi nel mercato prima del 31 dicembre 2010 e non sostituibili da una nuova apparecchiatura equivalente e adibita alla stessa funzione.
  • RAEE non storici e RAEE storici che il detentore sostituisce con nuove apparecchiature equivalenti e adibite alle stesse funzioni.

Nel primo caso è il detentore a doversi fare onere delle operazioni di trattamento, mentre nel secondo è il produttore a farsi carico delle operazioni di raccolta, trasporto e trattamento. Tuttavia, quest’ultimo è libero di adempiere a tali obblighi individualmente o aderendo a un sistema collettivo.


Smaltimento rifiuti RAEE: il piano d’azione

Ma qual è il piano d’azione da mettere in atto per un corretto smaltimento dei rifiuti RAEE? Mentre per i privati cittadini è sufficiente conferirli presso le isole ecologiche comunali o nei negozi di apparecchi elettronici, le imprese - entriamo nel campo dei rifiuti speciali - devono seguire step precisi.


1. Accedi a una filiera compliant e sostenibile

Il principio di fondo è che, a differenza dei RAEE domestici, lo smaltimento RAEE da parte delle aziende non può essere portato a termine autonomamente, ma deve seguire una filiera ad hoc, allo scopo di evitare i rischi connessi ai componenti pericolosi.

Il primo passo è quindi inserirsi in una filiera in grado di garantire il rispetto delle normative, ma anche di agire secondo i dettami dei più innovativi principi di gestione sostenibile dei rifiuti: primo fra tutti, la circolarità.


2. Scegli con cura gli operatori autorizzati 

La normativa, poi, prevede che i RAEE professionali debbano essere conferiti in appositi impianti autorizzati con il ricorso a un operatore autorizzato: qui, in un secondo momento, si deciderà se smaltire completamente le componenti o se avviarle in toto o in parte al recupero.

Su questa fase, la legge vieta categoricamente l’intermediazione dei rifiuti: gli scarti non domestici non possono essere trasportati autonomamente, neanche dal produttore stesso del rifiuto. Per il corretto smaltimento dei RAEE, le aziende devono quindi affidarsi ad operatori competenti e autorizzati dalla Regione o dalla Provincia, sia per il trasporto sia per il trattamento. Si tratta di uno step delicato: le imprese devono infatti assicurarsi che il soggetto sia effettivamente in possesso delle autorizzazioni necessarie.

L’impresa deve, dunque, saper intercettare i soggetti capaci di garantire non solo la piena rispondenza ai requisiti autorizzativi e certificativi, ma anche una gestione quanto più sostenibile ed efficiente possibile degli scarti in questione. Gli impianti possibili destinatari dei materiali devono quindi poter rispondere a criteri di trattamento sostenibile.


3. Sii attento alle incombenze amministrative 

Per il corretto smaltimento dei RAEE, le imprese devono anche adempiere alle incombenze di ordine burocratico e dotarsi del Formulario di Identificazione del Rifiuto (F.I.R.), la cui emissione spetta alla ditta specializzata nel servizio di dismissione delle apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Nel dettaglio, il F.I.R. è un documento di accompagnamento che ha anche lo scopo di dimostrare, in caso di eventuali controlli, che i rifiuti sono stati smaltiti correttamente. La sua importanza è quindi cruciale per evitare il rischio di sanzioni con strascichi penali.


Da costo a opportunità: l’importanza di un consulente esperto

In questo contesto, il supporto di un partner qualificato in grado di garantire l’appoggio di un ecosistema innovativo, composto da soggetti autorizzati altamente selezionati e di impianti di trattamento sostenibili e di nuova generazione, è determinante per decretare il pieno successo di questi processi. E non solo dal punto di vista del rispetto normativo e della messa in atto di pratiche sostenibili: ricorrere a un consulente ad hoc consente anche di ridurre i costi di gestione, eliminando sprechi ed ottimizzando l’uso delle risorse.

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