Economia circolare e rifiuti: come e perché valorizzare gli scarti

Economia circolare e rifiuti sono intrinsecamente legati. Il modello dell’economia circolare, alternativa sostenibile al tradizionale sistema lineare, vanta un legame del tutto speciale con il mondo dei rifiuti. Nelle intenzioni dell’Unione Europea, che di questo paradigma ha fatto un pilastro della sua nuova strategia industriale, è infatti proprio la circolarità a rivoluzionare le modalità di gestione degli scarti aziendali.

In che modo? Con la progettazione di prodotti più sostenibili e il conferimento di maggior potere ai cittadini attraverso il “diritto alla riparazione”, l’economia circolare punta sul riuso e riciclo dei rifiuti per ridurne la quantità e favorire così il progressivo passaggio a un’economia a zero emissioni di carbonio.


Economia circolare e rifiuti, l’unico modello per garantire la sopravvivenza

Mettere dunque insieme economia circolare e rifiuti è dunque un importantissimo step di quello Sviluppo Sostenibile che l’Onu, attraverso gli Obiettivi dell’Agenda 2030, suggerisce quale unico modello possibile per la sopravvivenza della società umana sul pianeta. Ma come avviene la valorizzazione degli scarti aziendali attraverso la circolarità? E perché questo può rappresentare un vantaggio non solo per l’ambiente, ma anche per l’impresa stessa?

Oggi nell’Unione Europea si producono ogni anno più di 2,2 miliardi di tonnellate di rifiuti, come riportano gli ultimi dati. Ciò sarebbe allarmante se lo si confinasse esclusivamente a una gestione lineare di impronta classica, sulla scia dello schema a ciclo chiuso “produzione-utilizzo-smaltimento”.

Smaltire in discarica o in inceneritori una tale quantità, peraltro crescente, di materiali rappresenterebbe infatti una sfida improponibile, fondata su condizioni molto lontane da quelle previste per uno sviluppo sostenibile a lungo termine - grandi quantità di materiali ed energia facilmente reperibili e a basso prezzo.


Economia circolare e rifiuti: 3 linee d’azione

All’opposto, valorizzare i rifiuti grazie all’economia circolare significa agire in due direzioni: da un lato estendendo il ciclo di vita dei prodotti, dall’altro - una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione - reintroducendo i materiali di cui è composto nel ciclo produttivo e di consumo, generando così ulteriore valore. Ecco come farlo in concreto.


1. Supera l’idea di “vita breve” dei prodotti

Il nuovo approccio mette in evidenza, innanzitutto, una rivoluzionaria novità rispetto al passato: per poter realizzare il passaggio a un’economia circolare occorre intervenire in tutte le fasi della supply chain.

Tutte le imprese sono quindi chiamate a ripensare le fasi di progettazione, produzione e commercializzazione dei prodotti, superando definitivamente l’idea del prodotto a vita breve o, ancor peggio, usa e getta. Si tratta di un cambio di mindset cruciale che mira a integrare nella filosofia aziendale l’idea della durata, del riutilizzo, della riparazione, della ricostruzione e del riciclo.


2. Riduci la dipendenza dalle materie prime

I dati Eurostat dicono che l’UE, complice l’aumento della domanda e la scarsità di risorse, importa circa la metà delle materie prime che consuma. Questo bisogno crea una dipendenza verso altri Paesi, ma anche un grande impatto sull’ambiente a causa del consumo di energia e di emissioni di anidride carbonica previsti per i processi di estrazione.

Convertire il modello produttivo alla circolarità significa mitigare i rischi associati all'approvvigionamento, come la volatilità dei prezzi, la disponibilità e la dipendenza dalle importazioni. Un tema particolarmente valido in ambito di materie prime critiche, necessarie per la produzione di tecnologie cruciali.


3. Sensibilizza il cliente finale

La responsabilità dell’impresa si gioca anche sulla sua influenza sugli stakeholder, a partire dai clienti. Valorizzare gli scarti significa anche fare in modo che questi, a monte, non vengano generati: promuovere l’allungamento del ciclo di vita dei beni, incentivare il diritto alla riparazione, demonizzare la cultura dello spreco, promuovere iniziative di riciclo o riutilizzo sono tutte azioni che - attraverso messaggi mirati - l’azienda può compiere per sensibilizzare il consumatore verso una nuova logica.

Fonti consultate:

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