Recupero di materie prime seconde, bonifiche ambietali, vantaggi economici: il landfill mining rientra tra le buone pratiche dell’economia circolare.
Oggi Europa sono attive oltre 500.000 discariche, delle quali oltre il 90% non soddisfa i criteri sanitari disposti dalla direttiva comunitaria del 1999. L’80% di questi siti di smaltimento racchiude rifiuti urbani che prima, semplicemente per ragioni economiche, non aveva senso riciclare ma che ora potrebbero diventare materie prime seconde di grande valore. È l’idea che sta alla base del landfill mining, ovvero svuotare ed estrarre materie prime valorizzabili dalle vecchie discariche per riempirle con i rifiuti irrecuperabili di oggi.
Sebbene siano escluse dalla famosa scala delle 9R (Refuse, Rethink, Reduce, Reuse, Repair, Refurbish, Repurpose, Recycle and Recover), il riutilizzo di siti di smaltimento abusivi e il landfill mining sono soluzioni che possono render la parola “discarica” leggermente più circolare.
Che cos’è il landfill mining
Trasformare una discarica in una miniera di materia è una tecnica di bonifica risalente agli anni Novanta che è tornata in voga sia per la crescente preoccupazione di potenziali contaminazioni sia per l’esigenza di individuare nuove aree per lo smaltimento finale dei rifiuti. Secondo il report Recovery of critical and other raw materials from mining waste and landfills ‒ pubblicato dal Joint Research Center (JRC) della Commissione europea – nelle discariche e nei depositi di scorie minerarie europee esiste un potenziale inutilizzato di materie prime strategiche che aspetta solo di essere sfruttato. Per migliorare lo sviluppo delle procedure minerarie, si può per esempio attuare una separazione meccanica dei materiali. Una parte può essere recuperata attraverso il new mining, ovvero l’estrazione che permette di riutilizzare i rifiuti che altrimenti sarebbero stati smaltiti, per esempio con l’incenerimento.
Le materie prime critiche sono fortemente connesse alle tecnologie pulite e rappresentano elementi insostituibili in settori cruciali per la transizione ecologica, come la produzione di pannelli solari, turbine eoliche e batterie per veicoli elettrici.
Rifunzionalizzare le discariche abusive
Oltre alla valorizzazione dei rifiuti provenienti da vecchie discariche, anche la rifunzionalizzazione di discariche irregolari è un’altra delle nuove buone pratiche circolari che si stanno sviluppando in Italia. In questo caso si fa riferimento a siti abbandonati, contaminati o illegalmente riempiti di rifiuti. Rifunzionalizzare discariche irregolari significa quindi riqualificare un’area per portare benefici ambientali, economici e sociali. Ma ha anche l’obiettivo di contrastare il consumo di suolo e al contempo il riproporsi del fenomeno dell’abbandono di rifiuti e il conseguente degrado ambientale.