Questo tipo di rifiuto speciale può essere recuperato totalmente ma bisogna non fare riferimento ad aziende specializzate e impianti autorizzati
(di Maria Carla Rota)Il cartongesso, o gesso rivestito, è un materiale molto diffuso nel settore dell’edilizia, ma anche in quello del fai da te. È economico, pratico e veloce da posare, utile per realizzare all’interno di un immobile strutture come pareti divisorie, contropareti e controsoffittature. È anche facile da rimuovere, ma per il suo corretto smaltimento bisogna seguire procedure particolari, in modo da sfruttare la possibilità di riciclo al 100% e garantire in questo modo la massima tutela dell’ambiente.
Che rifiuto è il cartongesso
Le lastre di cartongesso sono formate sostanzialmente da un nucleo di solfato di calcio biidrato, cioè gesso, ricoperto su entrambi i lati da uno strato di cartone: a seconda dell’applicazione richiesta, possono esserci spessori e caratteristiche diverse. I pannelli di cartongesso rientrano nei rifiuti speciali non pericolosi, ovvero rifiuti derivanti da attività produttive che non contengono sostanze inquinanti o potenzialmente dannose per la salute umana e per l’ecosistema.
A livello di classificazione il cartongesso rientra generalmente nel codice CER (Codice Europeo dei Rifiuti) con il numero 17 08 02, che identifica i rifiuti di gesso prodotti dalla costruzione e demolizione di edifici. Lo smaltimento non può essere gestito dai privati attraverso il conferimento nelle piazzole ecologiche predisposte dai Comuni, come avviene per i rifiuti urbani, ma va affidato a specifiche aziende autorizzate, che conoscono le normative e ne garantiscono il rispetto e la corretta applicazione.
Come si può smaltire il cartongesso
La cornice legislativa di riferimento è il decreto numero 36 del 2003, seguito poi dai decreti attuativi, il primo nel marzo 2003 e il secondo nell’agosto 2005. In generale la procedura per il corretto smaltimento del cartongesso può risultare piuttosto complessa, perché tutti gli aspetti del processo sono regolamentati, a partire dal contenimento e dall’imballaggio di questo materiale, per cui può essere necessario l’uso di appositi contenitori o sacchi, che evitino la dispersione delle polveri nell’aria durante la movimentazione.
Per il trasporto si devono utilizzare mezzi idonei e vanno rispettate le specifiche misure di sicurezza, dall’uso dei dispositivi di protezione personale per gli operatori all’installazione di barriere protettive sul sito di smaltimento, che deve essere un impianto specificamente autorizzato. La documentazione relativa al processo di smaltimento va poi attentamente conservata, perché potrebbe essere richiesta dalle autorità competenti a scopo di verifica e di tracciabilità.
Impianti specializzati nel riciclo del cartongesso
Essendo il cartongesso uno scarto recuperabile al 100%, è fondamentale, oltre che obbligatorio, fare riferimento a impianti specializzati nel trattamento di questo tipo di rifiuti, tra cui l’innovativo sito che Haiki+ si prepara a inaugurare in Lombardia, a Lodi. Un impianto di recupero di tutti i materiali riutilizzabili del cartongesso, che è una novità assoluta per l’Italia per quanto riguarda le quantità gestibili, come sottolinea l’AD di Haiki+ Flavio Raimondo: “Ha una capacità di lavorazione di 30mila tonnellate all’anno, un inedito per questo tipo di raffinazione. Avendo terminato il percorso autorizzativo, siamo in attesa che Arpa scriva i valori che servono per definire l’end of waste e contiamo di partire entro la fine dell’anno. Tramite una tecnologia proprietaria brevettata e un percorso automatizzato, recupereremo il cartongesso al 100%, andando a creare dallo scarto diversi additivi: uno che può servire a fare il cemento, uno per produrre il gesso, uno per l’industria chimica”.
Data l’importanza di una corretta fase iniziale di separazione e raccolta, per i posatori e le rivendite di materiali edili Haiki+ prevede un servizio di ritiro domiciliare, con la fornitura di una struttura in acciaio alla quale agganciare gli appositi sacchi, che consentono di eliminare gli accumuli polverulenti, mentre presso i cantieri lo stoccaggio avviene attraverso la dotazione di particolari cassoni per gli scarti a base di gesso. In questo modo si assicura una più attenta suddivisione dei rifiuti e si ottimizzano costi e numero di viaggi di trasporto, riducendo quindi le emissioni.
Perché riciclare il cartongesso è vantaggioso
Nei siti autorizzati, attraverso appositi macchinari, il gesso e il cartone che compongono le lastre di cartongesso vengono separati, per poi essere entrambi avviati al ciclo di riuso, in un’ottica di economia circolare. Si riduce così la quantità di rifiuti destinati alle discariche, migliorando la sostenibilità ambientale del settore edile.
Inoltre, dando un secondo ciclo di vita agli scarti, diminuiscono anche la richiesta di materie prime vergini e il consumo di energia, in particolare cala la quantità di alberi da abbattere per la produzione di cartone e quella di pietra gesso da estrarre dalle cave, con conseguente minore rilascio di CO₂ a causa di questi processi.
Quali sono i costi per lo smaltimento del cartongesso
In generale la spesa per un progetto di smaltimento del cartongesso varia a seconda di alcuni aspetti, come quantità di materiali, distanza dal sito di smaltimento e complessità del lavoro svolto, quindi è sempre consigliabile chiedere un preventivo alle aziende specializzate, in modo da ottenere un’idea precisa di prezzi e tariffe. Anche nel caso di lavori di ristrutturazione “fai da te”, è responsabilità del singolo provvedere al corretto smaltimento di quantità abbondanti di scarti di cartongesso, provvedendo a contattare le società autorizzate e facendosi carico dei costi.