Con 60 cassette per l’ortofrutta usate è possibile ottenere una scrivania: ma come avviene il processo di riciclo e riuso degli scarti legnosi? E quali sono i vantaggi?
(di Maria Carla Rota)Il legno è una delle materie prime più utilizzate dall’uomo fin dall’antichità: può essere usato, per esempio, per produrre carta e imballaggi, per generare calore, per costruire edifici, arredi e imbarcazioni. Ne esistono decine di migliaia di specie, ognuna con proprie caratteristiche e proprietà. Ad accomunarle: la biodegradabilità e l’ottima possibilità di riciclo e riutilizzo, nel rispetto nell’ambiente.
Riciclo del legno: le cifre
In Italia nel 2023 sono state complessivamente recuperate e riciclate 1.641.938 tonnellate di legno, una quantità che sarebbe sufficiente per riempire 30 volte il Colosseo, secondo le stime di Rilegno, il consorzio nazionale che si occupa della raccolta, recupero e riciclo degli imballaggi legnosi (pallet, cassette, casse, gabbie e bobine per cavi, etc.), operando all’interno del sistema Conai - Consorzio Nazionale Imballaggi.
Le tonnellate di imballaggi di legno immesse al consumo sono state 3.330.784, mentre 64,92% è la quota di imballaggi di legno recuperati sull’immesso al consumo.
Perché è importante riciclare il legno
I vantaggi del riciclo del legno sono numerosi. Innanzitutto si riduce la quantità di rifiuti dispersi nell’ambiente oppure destinati alle discariche, evitando così l'accumulo e la saturazione di questi siti. Se abbandonati, poi, gli scarti iniziano un naturale processo di decomposizione, durante il quale rilasciano nell’atmosfera la CO₂ che è stata immagazzinata nelle fibre legnose durante la crescita.
Attraverso il riciclo, si limita anche la necessità di abbattere nuovi alberi, preservando le foreste e la biodiversità, ma anche prevenendo l'erosione del suolo, e si risparmia energia rispetto alla produzione da materie prime vergini.
Riciclare favorisce quindi modelli economici sostenibili, in cui i materiali vengono reintegrati nel ciclo produttivo anziché essere trattati come scarto. Il legno può anche essere inviato agli impianti di termovalorizzazione e utilizzato per produrre calore ed energia, grazie alla sua ottima resa in termini di potere calorifico.
Come fare la raccolta differenziata del legno
La raccolta differenziata del legno, come sempre, parte dalle azioni dei singoli cittadini e delle imprese. Nel caso di piccoli rifiuti, come stuzzicadenti, bastoncini per spiedini e piccoli contenitori, questi possono essere buttati nel bidone nell’organico.
I rifiuti ingombranti, invece, come imballaggi di grandi dimensioni e mobili, vanno conferiti negli appositi C.E.R.D. (Centri di raccolta differenziata), eventualmente chiedendo il ritiro a domicilio da parte degli operatori che prestano questo servizio.
Ma come avviene il processo di riciclo? Una volta giunti presso le piattaforme di trattamento, i rifiuti in legno subiscono una prima riduzione volumetrica, che ne facilita il successivo trasporto. Nell’impianto di riciclo vengono lavorati e puliti, eliminando così eventuali contaminanti, come metalli, plastica o residui di vernici, per poi essere ridotti in scaglie, cioè frantumati meccanicamente in piccoli pezzi detti chips.
Che cosa si fa con gli scarti del legno
Le scaglie legnose vengono quindi essiccate, amalgamate con resine e pressate per ottenere pannelli truciolari di varie misure, pronti a essere utilizzati per creare nuovi prodotti. Per esempio, grazie al riciclo di 60 cassette per l’ortofrutta è possibile ottenere una scrivania, come ha calcolato Conai, che sottolinea anche come in 15 anni il riciclo del legno abbia portato al risparmio di oltre 20 milioni di tonnellate di CO₂.
A questo processo partecipa anche Haiki+, che nei suoi impianti, distribuiti in varie regioni d’Italia, esegue operazioni di cernita, sia manuale che meccanizzata, per ottimizzare la gestione dei rifiuti e le attività di valorizzazione delle frazioni merceologiche riciclabili, tra cui il legno. Inoltre, si occupa della triturazione dei rifiuti non valorizzabili per il successivo invio a recupero energetico: un vero modello di eccellenza nella gestione dei rifiuti a 360 gradi.
L’introduzione dell’EPR nell’arredamento
Per accelerare la transizione verso l’economia circolare del settore, infine, il 31 ottobre 2024 è nato il Consorzio nazionale sistema arredo, promosso da FederlegnoArredo, insieme alle aziende dell’arredo.
L’obiettivo è quello di preparare i produttori a una possibile futura implementazione della responsabilità estesa del produttore (EPR - Extended Producer Responsibility), che impone la gestione del fine vita dei prodotti immessi sul mercato. Un progetto che ambisce ad anticipare, dando già una risposta concreta, il cambiamento epocale che l’EPR porterà con sé, trasformando un possibile obbligo di legge in un’opportunità strategica.