(di Simone Fant)
Anche nel 2023 i tassi di raccolta dei RAEE calano e non è una buona notizia per la transizione circolare italiana. Lo scorso anno sono state quasi 511.000 le tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici domestici e professionali gestite dagli impianti presenti in Italia, pari a solamente il 30,24% dell'immesso nel mercato negli ultimi tre anni. Rispetto al 2022, il Centro di coordinamento RAEE (CdC) ha registrato un tasso di raccolta in calo del 4,6% che allontana ulteriormente l’Italia dal target europeo del 65%, confermando un trend negativo che ormai va avanti da due anni.
Secondo i dati raccolti da CdC, che predispone e gestisce un registro per la raccolta dei dati sui volumi di RAEE in Italia, entrambe le tipologie di rifiuto risultano in flessione: i RAEE domestici registrano il -2,6%, mentre quelli professionali (aziendali) il -9,2%.
“Il comparto del trattamento RAEE sconta ancora una volta un ritardo nei volumi di raccolta, complice sicuramente una scorretta gestione di questi rifiuti da parte di operatori che si muovono al di fuori dei limiti di legge”, ha dichiarato Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento RAEE. “Siamo però fiduciosi che il Comitato vigilanza e controllo, recentemente rinnovato, attuerà in breve tempo i controlli necessari per contrastare questo fenomeno oggi doppiamente dannoso in considerazione degli investimenti in nuove dotazioni impiantistiche richieste dall’UE e della richiesta di maggiore indipendenza in fatto di approvvigionamento di materie prime critiche proprio tramite riciclaggio.”
Sul riciclo, infatti, non legifera solamente la direttiva sui rifiuti RAEE. Anche il Critical Raw Materials Act prevede la valorizzazione delle materie prime critiche presenti nei rifiuti elettrici. L'UE ha infatti stabilito che entro il 2030 almeno il 25% del consumo annuo di metalli e minerali strategici dovrà provenire dal riciclo.
I benefici della raccolta di RAEE
Una gestione impropria dei rifiuti elettronici causa l’emissione di notevoli quantità di gas serra. Secondo i calcoli delle Nazioni Unite, solo nel 2019 sono stati rilasciati nell’atmosfera 98 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente a causa dello smaltimento errato di prodotti come frigoriferi e condizionatori d’aria. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA), ciò equivale a circa lo 0,3% delle emissioni globali di gas serra del 2019. Ma gli impatti ambientali di un mancato riciclo delle materie prime presenti nei RAEE non finiscono di certo qui. Se non adeguatamente trattati o eventualmente esportati in paesi che non presentano standard ambientali stringenti, questi rifiuti potrebbero disperdersi nell’ambiente e contaminare il suolo. Anche per la salute umana i RAEE sono estremamente pericolosi, in quanto le sostanze che possono essere rilasciate da questo tipo di dispositivi sono tossiche.
Ecco perché è essenziale incrementare la corretta raccolta dei RAEE effettuata a norma di legge da aziende esperte del loro trattamento, come Haiki Electrics, che gestisce i RAEE a 360 gradi, in grado di valorizzare anche le frazioni più specifiche degli scarti, come le plastiche. Infatti, anche le fasi di estrazione e di raffinazione delle materie prime critiche presenti in apparecchiature come smartphone, computer ed elettrodomestici sono processi particolarmente delicati, impattanti ed energivori. Raccogliere i RAEE e recuperare la componentistica più preziosa permetterebbe alle aziende di ridurre drasticamente l’impronta carbonica della supply chain, risparmiando denaro e risorse.
I rifiuti RAEE sono in aumento
La quantità di apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato nell'UE è aumentata dai 7,6 milioni di tonnellate del 2012 ai 13,5 milioni del 2021. A livello globale la crescita è ancora più impressionante: secondo il Global E-waste Monitor, dal 2010 al 2022 la produzione dei RAEE è quasi raddoppiata, passando da 34 miliardi di kg agli attuali 62 miliardi. Eppure in tutto il mondo solo 81 paesi (cioè il 42%) hanno attualmente una politica, una legislazione o un regolamento sui rifiuti elettronici. Di questi, 67 hanno applicato il principio della responsabilità estesa del produttore (EPR) e 46 hanno sancito obiettivi nazionali di raccolta. Entro il 2030 si potrebbero superare gli 80 miliardi di kg di RAEE generati.
Questi numeri confermano come sia sempre più necessaria l’implementazione di efficaci sistemi di raccolta e infrastrutture di riciclo adeguate, per valorizzare le cosiddette urban mining, i rifiuti urbani che contengono metalli rari e preziosi e che possono essere reintrodotti nel ciclo produttivo.