Approvato il decreto End of Waste rifiuti inerti: cosa prevede

(di Simone Fant)

Il decreto End of Waste disciplina il riutilizzo sul mercato dei rifiuti da costruzione e demolizione o di origine minerale, al fine di rimetterli sul mercato e ampliandone gli ambiti di reimpiego 

 

Grazie al nuovo decreto End of Waste, firmato il 26 giugno dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), il recupero di materiali a fine vita come sabbia, ghiaia, conglomerati cementizi, macerie e tanto altro viene regolamentato in osservanza alle normative europee. A tutti gli effetti, una volta verificati i requisiti, il materiale recuperato diventa un prodotto e quindi una risorsa. Il nuovo regolamento prevede di sbloccare le potenzialità circolari di un settore − tra i più importanti per quantità prodotte in Italia, in Europa e in tutto il mondo − che solo nel 2021 ha generato nel nostro paese oltre 78 milioni di tonnellate di rifiuti inerti. 

I rifiuti inerti hanno la caratteristica di avere una natura inerte, ovvero che non subisce alcuna trasformazione fisica, chimica o biologica significativa. I rifiuti inerti non si dissolvono, non bruciano né sono soggetti ad altre reazioni fisiche o chimiche, e non sono biodegradabili. 

Per la loro composizione, i rifiuti da cantiere richiedono un particolare procedimento di trasporto e smaltimento che non arrechi danni alle persone e all’ambiente. Per questo motivo si è reso necessario un nuovo decreto ad hoc. Il provvedimento, nato dal confronto tra MASE, ISPRA e gli operatori di settore, revoca il precedente regolamento entrato in vigore nel novembre del 2022, che finiva per incentivare paradossalmente il ricorso alla discarica. 

Cosa prevede il decreto End of Waste inerti 2024 

Il nuovo regolamento, invece, dovrebbe riuscire a far fronte al problema introducendo due scale di valori diverse in base all’impiego dell’aggregato e alla destinazione d’uso dell’area dove verrà utilizzato (che può essere civile o commerciale e industriale). In più, il decreto End of Waste allarga il perimetro dei rifiuti ammessi nell’End of Waste e include più codici EER (Elenco Europeo dei Rifiuti). Sono previste anche possibilità aggiuntive di utilizzo dei prodotti, come la produzione di cemento: parte degli inerti naturali usati per produrre la polvere di cemento, infatti, potranno essere sostituiti con inerti riciclati. 

Il nuovo testo definisce le responsabilità del produttore di aggregato recuperato, incluse le dichiarazioni di conformità e le modalità di prelievo e detenzione dei campioni. Un altro aspetto importante contenuto nel provvedimento è la richiesta avanzata ai produttori di implementare un sistema utile a dimostrare il rispetto dei criteri ambientali stabiliti nel regolamento. Questa operazione servirebbe a garantire il controllo della qualità e l’automonitoraggio continuo. Entro 24 mesi dall’entrata in vigore di questo ultimo decreto, il Ministero dell’Ambiente valuterà i dati acquisiti tramite il Registro nazionale delle autorizzazioni al recupero (ReCER). In base ai risultati si procederà alla revisione dei criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto, assicurando che le normative rimangano aggiornate e pertinenti. 

L’economia circolare dei rifiuti inerti in Europa  

I rifiuti inerti da costruzione e demolizione rappresentano il flusso di rifiuti più grande d’Europa con 374 milioni di tonnellate. Spinti dall’obiettivo di recupero del 70% entro il 2020, gli stati membri segnalano tassi di recupero sempre più elevati.  

L’agenzia ambientale europea fa notare come molti paesi siano riusciti a creare mercati per aggregati recuperati. Ciò potrebbe suggerire che il settore edile europeo sia altamente circolare, poiché riesce a reintrodurre grandi quantità di rifiuti nell’economia evitando opzioni di smaltimento come l’incenerimento e lo smaltimento in discarica. Tuttavia, a causa di pratiche edilizie obsolete e della mancata generazione di materiali di elevata purezza durante la demolizione, attualmente i flussi di materiali derivanti dai lavori di demolizione e ristrutturazione sono spesso inadatti al riutilizzo o al riciclo. Ciò ostacola la piena attuazione degli obiettivi dell’economia circolare. Ecco perché è fondamentale affidarsi a operatori altamente qualificati per il recupero e il trattamento dei rifiuti inerti. 

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