Dare una seconda vita alla plastica usata è fondamentale per la salvaguardia dell'ambiente: come avviene il processo di riciclaggio?
(di Maria Carla Rota)La plastica è uno dei materiali più diffusi nella vita quotidiana: secondo l’ONU, annualmente nel mondo ne produciamo 430 milioni di tonnellate, di cui viene riciclato meno del 10%, mentre il resto finisce negli inceneritori o viene disperso nell’ambiente. Si produce così un’enorme quantità di rifiuti, che è una delle principali cause dell'inquinamento terrestre e marino. Negli oceani finiscono 11 milioni di tonnellate all’anno di plastica, un dato che potrebbe triplicare entro il 2040, rendendo evidente quanto sia urgente ampliare il processo di riciclaggio, in un’ottica di economia circolare.
Perché è importante riciclare la plastica
Essendo composta da materiali resilienti e inerti, che non vengono attaccati dai microrganismi, la plastica ha un processo di degradabilità molto lento, che può richiedere fino a mille anni. Per esempio, affinché una bottiglia di plastica si disgreghi completamente ci vogliono 450 anni, per un sacchetto non biodegradabile ne servono 20. Un problema particolarmente grave, poi, è quello delle microplastiche, che, alterando gli equilibri degli ecosistemi marini e terrestri, finiscono nella catena alimentare umana, mettendo a rischio la nostra salute.
Come avviene il riciclo della plastica
Il processo di riciclo della plastica si articola in diverse fasi, a partire dalla raccolta differenziata, grazie alla quale i rifiuti di imballaggi fatti con questo materiale vengono separati dagli altri (carta, vetro, alluminio) e conferiti in appositi contenitori, che saranno poi portati negli impianti specializzati, come quelli gestiti da Haiki Recycling, per dare il via al processo di lavorazione.
I rifiuti vengono identificati e separati in base alle diverse tipologie, poi sono avviati al lavaggio. Questa operazione permette di eliminare eventuali contaminanti, come residui di cibo, colla o inchiostro, garantendo che il materiale riciclato finale sia privo di impurità. A questo punto la plastica pulita viene frantumata in piccole scaglie, che successivamente vengono fuse a temperature elevate e trasformate in nuovi granuli, pronti da utilizzare per realizzare prodotti di ogni tipo, come imballaggi, bottiglie, vasi, contenitori, oggetti d’arredo, mobili da esterno e molto altro ancora.
Quali tipi di plastica si possono riciclare
Spesso si parla di plastica come fosse un singolo materiale, ma in realtà questo termine include un vasto assortimento di polimeri, con possibilità di riciclaggio diverse, indicate da un sistema di codici secondo lo standard internazionale SPI – Society of Plastic Industry.
Riportate all’interno di un triangolo, le codifiche da 1 a 6 indicano gli imballaggi che sono sempre conferibili nella raccolta differenziata, mentre il numero 7 è riferito genericamente a tutti gli altri tipi di plastiche, come le termoindurenti, per cui non è stato definito un codice di riciclaggio specifico.
Per esempio, il PET (Polietilene tereftalato, codice 1), uno dei materiali più facilmente riciclabili, è utilizzato per bottiglie di plastica e vaschette alimentari, mentre l’HDPE (Polietilene ad alta densità, codice 2), essendo più rigido e resistente, è usato per flaconi di detersivi o alimenti, giocattoli, tappi. Il PVC (Polivinilcloruro, codice 3) viene impiegato in tubi per l’edilizia, finestre e pavimentazioni. Il Polietilene a bassa densità (LDPE, codice 4), essendo leggero, duttile e flessibile, è utilizzato per sacchetti, pellicole e imballaggi, mentre di Polipropilene (PP, codice 5) sono fatti moltissimi oggetti di uso comune, come articoli casalinghi e giocattoli. Infine, il PS (Polistirene o polistirolo, codice 6) è usato per vaschette alimentari, bicchieri e imballaggi.
I vantaggi del riciclo della plastica
Trasformando i rifiuti in risorse, la plastica viene reimmessa nel ciclo produttivo senza sprechi, generando una lunga serie di vantaggi ambientali, economici e sociali. Innanzitutto, si riduce l'inquinamento ambientale e si protegge la biodiversità. Inoltre, limitando la necessità di produrre plastica nuova, si risparmiano risorse naturali, diminuendo l'uso di petrolio e altri elementi non rinnovabili. Importante è anche il risparmio energetico, perché produrre plastica riciclata è meno dispendioso della plastica vergine. Infine si generano posti di lavoro, sia nelle fasi di raccolta che negli impianti di trattamento.
Tradotto in numeri, ciò significa che nel 2022, secondo l’ultimo Rapporto di sostenibilità di COREPLA, il consorzio per raccolta e riciclo degli imballaggi in plastica, la materia prima vergine risparmiata grazie al riciclo è stata pari a 523.789 tonnellate, l’equivalente necessario a produrre 11 miliardi di flaconi per detersivi da 1 litro, mentre il risparmio energetico è stato di 10.946 GWh, pari al 2,5% della produzione annua di energia primaria in Italia. Inoltre, il recupero di oltre 1 milione di tonnellate di imballaggi in plastica ha consentito di non inviare alla discarica 35.653.977 metri cubi di rifiuti, un volume pari a 37,5 volte quello del Colosseo, e ha evitato 885.406 tonnellate di emissioni di CO₂, equivalenti a 1.024 voli A/R Roma-Tokyo.
Come contribuire al riciclo della plastica
Riciclare è un gesto semplice, per cui ognuno può facilmente fare la sua parte per contribuire alla tutela del Pianeta. Il primo passo da compiere è quello di separare i rifiuti in modo consapevole e corretto, seguendo le indicazioni date dal proprio Comune di residenza per la raccolta differenziata.
In generale nell’apposito bidone della plastica vanno buttati sostanzialmente gli imballaggi (barattoli, bottiglie, buste, flaconi, vaschette, contenitori, pellicole trasparenti), che dovrebbero essere prima vuotati e lavati accuratamente oltre che separati dalle eventuali etichette. Nel caso di rifiuti voluminosi è anche utile ridurre le dimensioni, come nel caso delle bottiglie, da schiacciare il più possibile.
Gli altri rifiuti, tra cui quelli in plastica dura (contenitori, bacinelle, giocattoli, vasi, sottovasi e altri articoli da giardino), invece, vanno conferiti nel bidone dell’indifferenziato, se sono di piccole dimensioni, oppure portati direttamente all’isola ecologica del proprio Comune.
Le bioplastiche, invece, come suggerisce il nome, sono biodegradabili e compostabili, quindi possono essere conferite nell’apposito sacco dell’umido. Una buona abitudine, infine, è quella di ridurre l'uso di plastica monouso, preferendo prodotti riutilizzabili o in materiali riciclabili come vetro, acciaio o carta.