Come ridurre i costi smaltimento rifiuti: i fattori da considerare

I costi dello smaltimento rifiuti pesano come macigni sui budget aziendali. Già soffocata dalla necessità di un rigoroso rispetto delle normative, pena pesanti sanzioni e possibili conseguenze giudiziarie, la gestione dei rifiuti implica infatti anche un importante impegno finanziario da parte delle imprese.

Tuttavia, arrendersi all’ineluttabilità di spese tanto cospicue non è la strada giusta: l’alternativa esiste e consiste nell’adozione di un approccio innovativo alla gestione dei propri scarti.


3 step per ridurre i costi di smaltimento rifiuti

Ma quali sono i principi cardine su cui fondare la nuova strategia, per mirare senza ostacoli a una sensibile riduzione dei costi di smaltimento rifiuti? Eccone tre, che ogni azienda dovrebbe sempre tenere a mente.

  1. Efficienza. mirare alla maggior efficienza operativa possibile durante tutto il ciclo di gestione degli scarti.
  2. Convenienza. optare per la miglior scelta strategica tra quelle rese possibili dalla normativa.
  3. Circolarità. applicare i principi dell’economia circolare.

Vediamoli singolarmente.

1. Mira all’efficienza operativa

Tagliare i costi di smaltimento rifiuti significa innanzitutto lavorare sulla riduzione degli sprechi. Sappiamo infatti che sistemi e procedure inefficaci si traducono in importanti impegni finanziari, oltre che in un impatto negativo per l’ambiente.

Per raggiungere risultati significativi in questo senso, curare la formazione del personale è un passaggio cruciale: dare il giusto peso allo sviluppo di skills dedicate è infatti essenziale per internalizzare in azienda un know-how capace di efficientare il processo e, al contempo, rispondere alle richieste normative. In particolare, è importante porre il proprio focus sulla formazione di operatori in grado di differenziare i flussi di rifiuti per materiale, approccio che può ridurre notevolmente i costi di trasporto e trattamento del rifiuto a valle.

In seconda istanza è poi essenziale implementare procedure operative adeguate, valutando tutte le opportunità di ridurre al minimo le spese inutili. Osservando nel dettaglio i processi di smaltimento è possibile, ad esempio, quantificare il tempo dedicato alla movimentazione dei rifiuti, determinare il livello di ottimizzazione dello stoccaggio, l’adeguatezza nell’organizzazione degli spazi.

Sulla base di questi dati, l’azienda può studiare soluzioni in grado di snellire i vari processi in direzione di una sempre maggior efficienza operativa, abbattendo le spese e le tempistiche di gestione. Ottimizzare gli spazi, ridurre il volume dei rifiuti, migliorare le tecniche di movimentazione, in questo senso, possono rivelarsi importanti fonti di risparmio.


2. Guarda alle opportunità della normativa

Per rendere la gestione dei rifiuti una pratica non solo virtuosa, ma anche economicamente conveniente, è necessario effettuare scelte mirate a valorizzare la materia.

In particolare, il D.Lgs. 153/06 precisa e fornisce diverse opzioni per le operazioni da mettere in atto sia per prevenire la produzione dei rifiuti, sia per recuperarli che, infine, per eseguire correttamente i processi di smaltimento in ogni fase. Compito di un’azienda vincente è proprio optare per le alternative migliori, mettendo in atto le procedure più adeguate al proprio contesto e valutando il partner più idoneo alle proprie esigenze.

Se pensiamo a un caso concreto nell’ambito della gestione dei rifiuti speciali, la normativa apre le porte a opportunità inedite per intervenire in materia di fine vita dei materiali. Il Green Deal europeo e il Testo Unico Ambientale italiano spingono infatti le imprese a ragionare in modo sempre più rigoroso sul tema della circolarità dei residui, favorendone ove possibile il riutilizzo in nuova forma.

La legge definisce quindi lo scenario in cui ogni impresa può costruire la strategia più idonea, allo scopo di realizzare operazioni di recupero che realmente portino alla generazione di sottoprodotti (e non di altre tipologie di rifiuti) con evidenti benefici sia sul fronte della compliance, sia sul fronte finanziario.


3. Metti al centro la circolarità

Fra i tre pillar strategici questo è certamente il più importante e lungimirante perché introduce in azienda un nuovo mindset in grado di comportare benefici non solo dal punto di vista finanziario, ma anche in termini di immagine aziendale e di rispetto della compliance di settore.

Le imprese sono già in buona parte convinte della bontà dell’approccio circolare nel recupero degli scarti. A dircelo sono gli ultimi dati Ispra, secondo cui dei 165 milioni di tonnellate di rifiuti speciali prodotti ogni anno dalle attività economiche, è proprio l’avvio a riciclo la forma di gestione prevalente: questa rappresenta infatti il 72,1% dei casi (128,3 milioni di tonnellate), seguita dalle operazioni intermedie di smaltimento (10%, 17,9 milioni di tonnellate) e dallo smaltimento in discarica (5,7%, 10,2 milioni di tonnellate).

Le buone intenzioni non bastano: se è vero che il recupero consente di sfruttare al massimo le risorse contenuti nei rifiuti - diventando così una leva strategica per la riduzione delle emissioni e l’abbattimento dei costi operativi - è altrettanto vero che, per attuarlo al meglio, è necessario formulare una strategia che tenga conto delle peculiarità del proprio business. In quest’ottica, un partner unico con un network di competenze consolidate alle spalle può fare la differenza.

Articoli Correlati