È importante implementare la circolarità degli pneumatici fuori uso, che possono essere recuperati in due modi: il riciclo e la valorizzazione come energia.
Nel mondo ogni anno vengono generati oltre 96 milioni di tonnellate di pneumatici di scarto, di cui quasi il 63% non viene riciclato. Milioni di pneumatici finiscono quindi in discarica senza essere trasformati in risorsa. In Italia nel 2023, secondo numeri di Ecopneus, società consortile per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e la destinazione finale degli pneumatici fuori uso, sono state raccolte 187.818 tonnellate di PFU. Il 49,9% è stato destinato al recupero energetico, il 50,1% è stato avviato al riciclo, per la produzione di materiali per attività sportive e ludiche, realizzazione di isolanti per l’edilizia e manufatti per l’industria, ma anche schiumanti per l’acciaieria, mescole e asfalti a bassa rumorosità.
In questo modo è stato evitato il rilascio in atmosfera di 297.000 tonnellate di CO₂ equivalente, un quantitativo pari all’emissioni di 183.000 autovetture che percorrono 10.000 km in un anno. Inoltre, sono stati risparmiati 1,2 milioni di metri cubi di acqua, la quantità necessaria per riempire 484 piscine olimpioniche. Benefici a cui si aggiunge il risparmio per il paese legato alla riduzione delle importazioni di materiale vergine, per un valore di 81 milioni di euro.
Ecco perché è fondamentale accelerare l’implementazione di sistemi di gestione degli pneumatici fuori uso (PFU) circolari, campo in cui la società consortile Haiky Cobat TYRE è all’avanguardia. Nata nel 2018, Cobat TYRE è diventata in pochi anni uno dei maggiori player del settore della gestione di pneumatici fuori uso per conto dei produttori/importatori e di quelli provenienti da autodemolizione.
Il nuovo Registro nazionale dei produttori e degli importatori di pneumatici
Il 18 luglio è stato istituito da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), il Registro nazionale dei produttori e degli importatori di pneumatici. Un tassello importante, atteso da tempo dal Sistema nazionale di gestione dei PFU, che potrà contribuire a una più efficiente gestione dei PFU in Italia.
Il decreto prevede l’iscrizione dei soggetti obbligati al Registro per via telematica, attraverso il Portale messo a disposizione dalle Camere di commercio. Gli operatori, le amministrazioni e i cittadini possono consultare sul portale le informazioni sulla gestione degli PFU, le statistiche e gli elenchi di imprese iscritte. Attraverso l’area riservata, le imprese possono trasmettere le informazioni per l’iscrizione e le comunicazioni periodiche relative ai dati sugli pneumatici immessi sul mercato e su quelli raccolti al termine del loro utilizzo.
Come è spiegato nel provvedimento, anche i soggetti che immettono pneumatici sul mercato nazionale attraverso la vendita a distanza adempiono agli obblighi di gestione e rendono visibile nel proprio sito internet il numero di iscrizione al Registro, che deve essere comunicato alle piattaforme on-line dai soggetti che utilizzano le stesse per la vendita a distanza.
Come funziona il riciclo degli pneumatici
Nonostante l’aspetto relativamente semplice, gli pneumatici sono composti da oltre 200 materiali diversi. Includono gomme naturali e sintetiche, nero di carbonio e silice, cariche rinforzanti, rinforzi in tessuto tessile e acciaio, e agenti chimici. Gli pneumatici fuori uso possono essere recuperati in due modi: il riciclo, da cui si ottengono nuovi materiali come gomma, acciaio e fibre tessili, oppure la valorizzazione come energia in impianti ad hoc, principalmente cementifici. Il PFU è infatti caratterizzato da un potere calorifico pari a quello del carbone, ma con emissioni climalteranti nettamente inferiori.
Per il riciclo di materia il PFU viene avviato in appositi impianti che attraverso una macinazione meccanica a temperatura ambiente lo riducono in frammenti sempre più piccoli, fino ad arrivare alla separazione delle tre componenti dello pneumatico: gomma, acciaio e fibra tessile. Il risultato trova applicazione in numerosissimi settori: dai prodotti per l’edilizia, come gli isolanti acustici e antivibranti, allo sport, come playground per parchi giochi, campi da calcio, pavimentazioni sportive polivalenti e prodotti per il benessere animale. Anche il settore delle strade e infrastrutture offre grandi opportunità: dagli asfalti “modificati” silenziosi e duraturi fino alle piste ciclabili, arredi urbani ed elementi per la sicurezza stradale.