Prescrizioni, scadenze e adempimenti: la normativa sullo smaltimento dei rifiuti per aziende può sembrare un labirinto di doveri. Orientarsi al suo interno, però, non è facile: complice una costante e continua evoluzione, la legislazione di settore è infatti materia quasi “liquida”, in perenne divenire.
E allora, che fare? L’azienda si trova stretta, da un lato, dal dovere di compliance - pena importanti conseguenze economiche, giudiziarie e d’immagine - e, dall’altro, dalla necessità di monitorare con continuità modifiche e integrazioni normative. Trovare l’equilibrio può essere complesso senza una consulenza dedicata, ma tenere presenti alcuni punti di riferimento può essere d’aiuto per capire come muoversi e, soprattutto, trasformare gli obblighi in opportunità inedite.
Quali sono le norme che regolano lo smaltimento rifiuti in azienda? Per costruire, ad oggi, un quadro generale delle prescrizioni legislative in materia bisogna fare riferimento, di base, a tre fonti.
Per comprendere la sfera d’azione delle varie leggi, e di conseguenza il rispettivo perimetro applicativo, partiamo dal Testo Unico Ambientale o Codice Ambientale: con il termine si intende il decreto legislativo 152/2006, che rappresenta la normativa principe della tutela ambientale in Italia.
Originariamente suddiviso in 6 parti, il testo disciplina diverse procedure da seguire, ad esempio relative a:
Andando più nel dettaglio sul trattamento degli scarti, l’articolo 184 stabilisce le norme per la corretta gestione dei rifiuti prevedendo che debba avvenire “nel rispetto dei principi di precauzione, prevenzione, responsabilizzazione, efficiente utilizzo delle risorse, protezione della salute e dell’ambiente".
È qui che la legge sottolinea la centralità della raccolta differenziata e dello smaltimento presso gli impianti autorizzati, approfondendo il divieto di abbandono incontrollato, le responsabilità del produttore di rifiuti e l’attività di monitoraggio preposta dalle autorità competenti. Inoltre, il decreto prevede anche sanzioni amministrative e penali per le violazioni delle disposizioni.
Il secondo caposaldo del nostro viaggio tra le norme è il decreto legislativo 116/2020, che modifica il TUA recependo le direttive europee sui rifiuti 2018/851 e sugli imballaggi 2018/852. La norma ridefinisce in modo sostanziale la parte quarta del D.lgs. 152/2006 introducendo alcune importanti novità.
Il D.lgs. 116/2020 fa parte del cosiddetto Pacchetto Economia Circolare, che include anche altri importanti decreti riguardanti la gestione dei rifiuti speciali:
Va inoltre tenuto presente che tutte le normative in materia di gestione dei rifiuti aziendali, compresi i decreti legislativi del 2020, sono strettamente correlate al regolamento REACH dell’UE, che regola la produzione e l’utilizzo di sostanze chimiche per garantire la sicurezza delle persone e dell’ambiente.
Ultima tappa del nostro itinerario fra le leggi che regolano lo smaltimento dei rifiuti aziendali è il Decreto del Presidente della Repubblica n. 254 del 15 luglio 2003, dedicato in modo specifico - data la loro importanza e criticità - alla gestione dei rifiuti sanitari.Il DPR approva il regolamento in materia con lo scopo di “garantire elevati livelli di tutela dell'ambiente e della salute pubblica, così come un efficace sistema di controlli".
Si tratta di un provvedimento che, pur distinto per la sua specificità, resta comunque inserito nel quadro più generale dei principi espressi dal TUA: ad esempio, la classificazione del rifiuto viene effettuata con il consueto criterio dell’attribuzione dei codici CER o EER, mentre per gli obblighi amministrativi rimango validi, ove non diversamente specificato, quelli in vigore per gli altri comparti.
Qualche cenno conclusivo merita invece un altro “tema scottante” disciplinato a più riprese dalla normativa: il Registro Elettronico sulla Tracciabilità dei Rifiuti (RENTRI), vale a dire il modello di gestione digitale per l’emissione dei formulari di identificazione dei rifiuti e per la tenuta dei registri di carico e scarico.
Si tratta di un importante adempimento che la legge affronta con il decreto 59/2023, entrato in vigore lo scorso 15 giugno. Qui è importante ricordare che, secondo quanto previsto, le iscrizioni al RENTRI partiranno a dicembre 2024 e proseguiranno per una fase transitoria che si concluderà a febbraio 2026.
Fonti consultate: