Mentre la società è alle prese con la crescente quantità di rifiuti prodotti, la regolamentazione sta guidando la transizione da un modello di economia lineare a uno circolare, un approccio sistemico allo sviluppo economico progettato a beneficio delle imprese, della società e dell'ambiente.
L'Unione Europea è stata all'avanguardia nell’implementazione di un quadro normativo che desse la spinta necessaria verso un approccio più sostenibile alla gestione dei rifiuti e ha permesso al continente di passare da smaltimento e recupero dei rifiuti come obbligo a un’opportunità da cogliere.
Anzitutto, la Direttiva Quadro sui Rifiuti (2008/98/CE) ha segnato un cambio di paradigma nella politica di gestione degli scarti nell'UE. Ponendo l'accento sulla prevenzione, il riutilizzo e il riciclaggio, la direttiva mira a ridurre la quantità di rifiuti destinati alla discarica. In questo contesto, i rifiuti non devono essere semplicemente dismessi, ma vengono considerati una risorsa preziosa che può essere sfruttata per più scopi.
La direttiva ha anche introdotto il principio della gerarchia dei rifiuti: prevenzione dei rifiuti, seguita da preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero e infine smaltimento. Questa piramide rovesciata delinea le migliori opzioni ambientali per la gestione dei rifiuti e ha costituito la base della legislazione e delle politiche dell'UE in materia.
Fonte: Circular Economy EU
Il secondo documento chiave è sicuramente il Piano d’azione sull'Economia Circolare, approvato nel 2018, che ha dato ulteriore impulso alla causa. Questo pacchetto è stato concepito per aiutare le imprese e i consumatori dell'UE a compiere il passaggio verso un'economia circolare più solida, in cui le risorse vengono utilizzate in modo più sostenibile.
I pilastri principali, all’interno del documento, sono la prevenzione dei rifiuti, la Responsabilità Estesa del Produttore e la promozione degli investimenti nelle infrastrutture di riciclaggio. Tra le misure previste, il piano ha imposto agli Stati membri di riciclare il 55% dei rifiuti urbani entro il 2025 e il 65% entro il 2035: questi obiettivi hanno trasformato lo smaltimento da un onere normativo a un'opportunità innovativa per le imprese attraverso lo sviluppo di diverse tecnologie di recupero rifiuti non solo delle materie ma anche dei by-product come i gas prodotti dagli scarti biologici.
Sotto la spinta normativa e grazie allo sviluppo di nuovi modelli di business basati sull’applicazione dei principi di economia circolare, i processi di gestione dei rifiuti stanno sperimentando un periodo di grande trasformazione ed innovazione.
Di primaria importanza in questo contesto è il processo di trasformazione dovuto all’applicazione della gerarchia dei rifiuti e dei principi di circolarità dei materiali, il quale comporta non solo degli obblighi per le aziende ma anche una fonte di opportunità per ridurre il rischio operativo e finanziario legato alla gestione stessa degli scarti. Analizziamo allora quali sono le opportunità legate all’applicazione della gerarchia dei rifiuti e le best practice specifiche di ogni step.
Ai fini della riduzione degli impatti ambientali legati alla produzione dei rifiuti, la prevenzione risulta essere la strategia più efficace.
Le aziende che intendono perseguire quest’obiettivo possono contare su guide come lo standard ISO 14001 il quale permette di identificare e controllare il modo in cui le operazioni aziendali incidono sull’ecosistema, con l’obiettivo di un miglioramento continuo nell'ambito della gestione ambientale.
Inoltre, dal punto di vista operativo, le imprese possono adottare pratiche come l'uso di materiali riciclabili, la riduzione degli imballaggi o il ricorso all’ecodesign.
La preparazione per il riutilizzo si riferisce a controllo, pulizia, smontaggio e riparazione di prodotti o componenti che sono considerati rifiuti, al fine di renderli riutilizzabili senza ulteriori pretrattamenti.
Il vantaggio principale della preparazione per il riutilizzo è dato dall’estensione della vita utile dei beni, la quale riduce la domanda di nuove risorse e la produzione di rifiuti comportando allo stesso tempo opportunità di business legate alla creazione di programmi di riparazione e sensibilizzazione. Va segnalato che questa pratica sta subendo una sempre maggiore regolamentazione, come evidenziato dal Codice dell'Ambiente e da recenti regolamentazioni che entreranno in vigore a partire dal 16 settembre 2023, semplificando l'autorizzazione alla preparazione per il riutilizzo di specifici scarti.
L’opzione preferita in termini ecologici è senza dubbio rappresentata dal riciclo dei rifiuti, operazione che prevede lo smistamento in diverse tipologie di impianti di tutti quei materiali che possono essere sottoposti a processi di disgregazione e preparazione per il riutilizzo come materie prime seconde.
Dato il maggior recupero di risorse, con conseguente diminuzione dei conferimenti in discarica e della minore pressione ambientale, le imprese possono ridurre i costi di gestione e mantenere alta la compliance al corpus normativo.
L'adozione di strategie di recupero di altro tipo consente alle aziende di trasformare i rifiuti in risorse come energia, carburanti o nuovi materiali, attraverso l'uso di tecnologie innovative. Ad esempio, attraverso la pirolisi, è possibile convertire i rifiuti plastici in carburanti mentre gli impianti di digestione anaerobica permettono di produrre biogas dai rifiuti organici.
Queste strategie non solo aiutano a tagliare l'impatto ambientale generato, ma possono anche aprire la strada verso nuovi mercati facilitando l'integrazione della gestione dei rifiuti con altri settori industriali, creando opportunità di collaborazione e innovazione tra aziende, e contribuendo a una crescita costante nel settore del waste management.
Nel caso dello smaltimento vero e proprio, i rifiuti vengono raccolti in ampi spazi dotati di sistemi che impermeabilizzano il suolo dove verranno lasciati a fermentare. Un importante opportunità in questo caso è data dalla captazione di biogas negli impianti di smaltimento.
Come riportato dal CNR, quest’operazione permette di ridurre la dispersione di metano, gas climalterante caratterizzato da un impatto 25 volte maggiore rispetto alla CO2, per poter essere utilizzato come carburante o per la produzione di energia elettrica.
Il quadro delineato rivela come i principi dell'economia circolare stiano giocando un ruolo cruciale nella gestione dei rifiuti. L'approccio circolare, promosso dalle politiche europee, non solo stimola il riutilizzo e il riciclaggio, ma incoraggia anche la visione dei rifiuti come risorse preziose anziché semplici scarti.
Le aziende, sostenute da normative come la Direttiva Quadro sui Rifiuti e il Piano d'Azione sull'Economia Circolare, sono ora incentivate a esplorare nuove strategie di gestione dei rifiuti che non mirino solo a ridurre l'impatto ambientale, ma che forniscano anche benefici economici e reputazionali.
In questo modo, l'economia circolare si profila come una soluzione efficace per affrontare le sfide ambientali e normative contemporanee, orientando l'Europa verso una gestione dei rifiuti più responsabile e sostenibile.
Fonti citate: