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Smartphone a fine vita: perché è fondamentale riciclarli correttamente

Scritto da Haiki+ | 16 September 2025

I RAEE sono una risorsa chiave per l’economia circolare, eppure solo il 15% degli smartphone viene riciclato

Dalla comparsa del primo cellulare nel 1983 all’uso quotidiano degli smartphone, la tecnologia mobile ha trasformato le nostre abitudini. Oggi in Italia si contano oltre 46 milioni di dispositivi attivi e, a livello globale, nel 2024 ne sono stati venduti circa 1,5 miliardi. Una diffusione senza precedenti che, tuttavia, pone una questione urgente: la gestione del fine vita degli apparecchi elettronici. 

Gli smartphone non funzionanti rientrano tra i RAEE, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Si tratta di una filiera strategica, alla quale Haiki+ dedica particolare attenzione con Haiki Electrics, la divisione specializzata nella gestione e valorizzazione di questi materiali. Gli smartphone contengono plastica, metalli e vetro, tutti elementi che, se recuperati correttamente, possono essere reimmessi nei cicli produttivi, contribuendo a un modello di economia circolare e riducendo l’impatto ambientale. 

Nonostante i progressi, il dato sulla raccolta resta critico: nel 2024 il raggruppamento R4 – che comprende i piccoli elettrodomestici e l’elettronica di consumo – ha superato le 80 mila tonnellate raccolte, registrando una crescita del 7,4%. Eppure solo il 15% degli smartphone a fine vita viene avviato a riciclo. La grande maggioranza finisce nella frazione indifferenziata, segue canali non autorizzati o rimane abbandonata nei cassetti delle case, sottraendo al recupero risorse preziose e alimentando un problema ambientale nascosto ma rilevante. 

Come ricorda Ecolight, il consorzio che gestisce RAEE, pile e accumulatori, il corretto conferimento dei dispositivi elettronici è un gesto semplice ma fondamentale. Gli smartphone non devono essere smaltiti nei rifiuti indifferenziati, perché contengono materiali che richiedono trattamenti specifici. Particolare attenzione va posta alle batterie, che vanno rimosse quando possibile e conferite nei contenitori dedicati. I cittadini hanno a disposizione diverse modalità di conferimento: i centri di raccolta comunali, i punti vendita con superficie dedicata alle apparecchiature elettroniche, che ritirano gratuitamente i RAEE di piccole dimensioni secondo il principio “Uno contro Zero”, oppure i rivenditori al momento dell’acquisto di un nuovo dispositivo grazie alla regola “Uno contro Uno”. 

“Oggi gli smartphone sono diventati parte integrante della nostra vita quotidiana: in Italia ce ne sono in circolazione oltre 46 milioni. Ma solamente uno su sei quando non funziona più viene avviato a un percorso di riciclo. Perché? Dimenticanza, pigrizia, scarsa conoscenza? Eppure abbiamo a disposizione diverse opportunità per conferirlo in modo corretto. Si tratta di un gesto di responsabilità, ma anche di un modo concreto per contribuire a un'economia più sostenibile e circolare”, afferma Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight. 

Il corretto smaltimento dei RAEE non riguarda soltanto i dispositivi principali, ma anche accessori come auricolari e caricabatterie che, una volta guasti, devono essere conferiti nelle stesse modalità. La loro raccolta consente di ridurre la dispersione di sostanze inquinanti e al tempo stesso valorizzare componenti utili al sistema produttivo. 

Il tema è centrale per Haiki+, che con Haiki Electrics supporta la creazione di una filiera strutturata, trasparente ed efficiente, in grado di affrontare le criticità ancora presenti e di promuovere una cultura diffusa del riciclo elettronico. L’impegno delle aziende, unito a quello dei cittadini, rappresenta la chiave per trasformare i RAEE da problema ambientale a risorsa strategica, rafforzando l’economia circolare e contribuendo al raggiungimento degli obiettivi europei di sostenibilità.