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Rifiuti RAEE: cosa sono e come classificarli

Scritto da Haiki+ | 23 April 2024

I 4 punti chiave dell’articolo:

  • Cosa sono i rifiuti RAEE: un potenziale in divenire;
  • Tipologie di Rifiuti RAEE: le principali categorie;
  • Normativa sui rifiuti RAEE: il Decreto Legislativo 14 marzo 2014 n. 49.

 

Rifiuti RAEE, un problema sempre più impellente

In un'era in cui la tecnologia impera i RAEE, scarti originati da apparecchiature elettriche ed elettroniche, emergono come categoria di rifiuti tra le più diffuse. Come riportano le Nazioni Unite, si prevede che nel 2023 saranno prodotti in tutto il mondo circa 8kg di RAEE per persona, pari a 61,3 milioni di tonnellate circa. È fondamentale notare che solamente il 17,4% di tali rifiuti verrà gestito in modo adeguato, con raccolta, trattamento e riciclo mirati su scala globale mentre le restanti 50,6 milioni di tonnellate verranno accumulate dai privati, verranno bruciati in maniera non conforme oppure subiranno trattamenti illegali.

Se, prima della Direttiva RAEE (ovvero la Direttiva 2012/19/UE), la maggior parte di questi rifiuti veniva destinato alle discariche, subiva incenerimento o veniva recuperato senza l'adeguato pretrattamento, esponendo l'ecosistema a enormi rischi, oggi è imperativo un nuovo approccio basato sulla comprensione approfondita e la gestione oculata del problema.


Cosa sono i rifiuti RAEE: un potenziale in divenire

I rifiuti RAEE, ovvero i Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, rappresentano ciò che resta di apparecchi che, per funzionare, hanno necessitato di correnti elettriche o campi elettromagnetici e sono stati progettati per operare con tensioni fino a 1.000 volt in corrente alternata e 1.500 volt in corrente continua.

Distinti in RAEE domestici e professionali a seconda dell’origine, sono generalmente composti da metalli preziosi, semiconduttori, ceramiche specializzate e polimeri termoplastici, ma anche da sostanze pericolose come mercurio, cadmio, ftalati e ritardanti di fiamma bromurati. La loro gestione è quindi complessa: se inadeguata, comporta gravi rischi per l’ambiente e la salute umana. Se correttamente classificati e trattati, invece, celano un potenziale inespresso: sono una fonte di materiali riutilizzabili e preziosi che possono godere di una seconda vita, trasformandosi un'interessante opportunità economica.


Tipologie di rifiuti RAEE: le principali categorie

Quali e quanti sono i rifiuti RAEE? Bisogna considerare in primo luogo la distinzione tra RAEE domestici e RAEE professionali. I primi comprendono tutti quegli scarti elettronici provenienti sia dai nuclei domestici che da ambiti commerciali, industriali o istituzionali che presentano caratteristiche e quantità simili a quelli generati dai contesti residenziali, mentre i secondi includono tutti quei rifiuti che non derivano dai nuclei domestici.

Possiamo pertanto far riferimento a 5 raggruppamenti previsti dalla normativa.

  • Apparecchiature per lo scambio di temperatura con fluidi (ad esempio, frigoriferi, congelatori e condizionatori);
  • Altri grandi bianchi (ad esempio, lavatrici, cappe e forni);
  • TV e monitor (ad esempio, televisori e schermi a tubo catodico, tablet e cornici digitali);
  • IT e Consumer Electronics, apparecchi di illuminazione privati delle sorgenti luminose, PED e altro (come i pannelli fotovoltaici e i piccoli elettrodomestici)
  • Sorgenti luminose (ad esempio, lampade a scarica e tubi al neon).

Normativa sui rifiuti RAEE: il D.lgs. 49/2014

Le disposizioni relative alla gestione RAEE sono regolamentate dalla direttiva 2012/19/UE, la quale è stata recepita in Italia attraverso il D.lgs. n. 49 del 14 marzo 2014. Questo decreto aggiorna poi quello precedente, il D.lgs. n. 151/2005, relativo a questa materia.

Tra le sue disposizioni più significative, la normativa sottolinea l'importanza di orientare il trattamento dei RAEE verso il riutilizzo delle materie prime e stabilisce precisi obblighi per i produttori, quali il raggiungimento di obiettivi minimi di recupero e riciclaggio, la presenza di un registro dei RAEE raccolti e la necessità di aderire a sistemi di raccolta individuali e collettivi.

Da non dimenticare, poi, le modalità corrette di raccolta dei RAEE, i quali devono essere stoccati in depositi appositi presso i distributori prima di raggiungere i centri di raccolta e trattamento.

Gli aggiornamenti più recenti relativi al trattamento dei RAEE sono stati introdotti dal D.lgs. n. 118 del 2020 il quale, insieme ad altri provvedimenti legislativi concernenti la gestione di varie categorie di rifiuti, è parte integrante del cosiddetto "Pacchetto Economia Circolare". Il decreto apporta alcune modifiche al D.lgs. n. 49/2014, con particolare riferimento ai pannelli fotovoltaici dismessi: il finanziamento per la gestione dei RAEE derivanti dalle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (AEE) destinate all'uso fotovoltaico è responsabilità dei produttori, indipendentemente dalla data di immissione di tali apparecchiature sul mercato e dalla loro origine.


Rifiuti RAEE, tra rischi e possibilità

La gestione efficace dei rifiuti RAEE va oltre la semplice raccolta e lo smaltimento: richiede una comprensione approfondita delle loro caratteristiche, dei potenziali rischi e delle opportunità di recupero. Nel contesto di un'economia sempre più orientata alla sostenibilità, affrontare le sfide posta dai rifiuti RAEE è essenziale per garantire non solo la tutela ambientale, ma anche l'innovazione nel settore del riciclo e del recupero di risorse preziose.

Fonti consultate: